Sacro Cuore di Gesù, confido in
Te!;
Dolce Cuore del mio Gesù, fa ch’io t’ami sempre più!;
O Gesù di amore acceso, non Ti avessi mai offeso!.
Queste sono alcune delle tante amorose e devote
giaculatorie, che nei secoli sono state e sono pronunciate
dai cattolici in onore del Sacro Cuore di Gesù, che nella
loro semplice poesia, esprimono la riconoscenza per l’amore
infinito di Gesù dato all’umanità e nello stesso tempo la
volontà di ricambiare, delle tante anime infiammate e
innamorate di Cristo.
Al Sacro Cuore di Gesù, la Chiesa Cattolica, rende un culto
di “latria” (adorazione solo a Dio, Gesù Cristo,
l’Eucaristia), intendendo così onorare: I – il Cuore di Gesù
Cristo, uno degli organi simboleggianti la sua umanità, che
per l’intima unione con la Divinità, ha diritto
all’adorazione; II – l’amore del Salvatore per gli uomini,
di cui è simbolo il Suo Cuore.
Questa devozione già praticata nell’antichità cristiana e
nel Medioevo, si diffuse nel secolo XVII ad opera di S.
Giovanni Eudes (1601-1680) e soprattutto di S. Margherita
Maria Alacoque (1647-1690). La festa del Sacro Cuore fu
celebrata per la prima volta in Francia, probabilmente nel
1685.
Santa Margherita Maria Alacoque, suora francese, entrò il 20
giugno 1671 nel convento delle Visitandine di
Paray-le-Monial (Saone-et-Loire), visse con grande
semplicità e misticismo la sua esperienza di religiosa e
morì il 17 ottobre 1690 ad appena 43 anni.
Sotto questa apparente uniformità, si nascondeva però una di
quelle grandi vite del secolo XVII, infatti nel semplice
ambiente del chiostro della Visitazione, si svolsero le
principali tappe dell’ascesa spirituale di Margherita,
diventata la messaggera del Cuore di Gesù nell’epoca
moderna.
Ella già prima di entrare nel convento, era dotata di doni
mistici che si accentuarono con la sua nuova condizione di
religiosa; ebbe numerose manifestazioni mistiche, ma nel
1673 cominciarono le grandi visioni che resero famoso il suo
nome; esse furono quattro rivelazioni principali, oltre
numerose altre di minore importanza.
La prima visione avvenne il 27 dicembre 1673, festa di s.
Giovanni Evangelista, Gesù le apparve e Margherita si sentì
“tutta investita della divina presenza”; la invitò a
prendere il posto che s. Giovanni aveva occupato durante
l’Ultima Cena e le disse: “Il mio divino Cuore è così
appassionato d’amore per gli uomini, che non potendo più
racchiudere in sé le fiamme della sua ardente carità,
bisogna che le spanda. Io ti ho scelta per adempiere a
questo grande disegno, affinché tutto sia fatto da me”.
Una seconda visione le apparve agli inizi del 1674, forse un
venerdì; il divin Cuore si manifestò su un trono di fiamme,
più raggiante del sole e trasparente come cristallo,
circondato da una corona di spine simboleggianti le ferite
inferte dai nostri peccati e sormontato da una croce, perché
dal primo istante che era stato formato, era già pieno
d’ogni amarezza.
Sempre nel 1674 le apparve la terza visione, anche questa
volta un venerdì dopo la festa del Corpus Domini; Gesù si
presentò alla santa tutto sfolgorante di gloria, con le sue
cinque piaghe, brillanti come soli e da quella sacra umanità
uscivano fiamme da ogni parte, ma soprattutto dal suo
mirabile petto che rassomigliava ad una fornace e essendosi
aperto, ella scoprì l’amabile e amante Cuore, la vera
sorgente di quelle fiamme.
Poi Gesù lamentando l’ingratitudine degli uomini e la
noncuranza rispetto ai suoi sforzi per far loro del bene, le
chiese di supplire a questo. Gesù la sollecitò a fare la
Comunione al primo venerdì di ogni mese e di prosternarsi
con la faccia a terra dalle undici a mezzanotte, nella notte
tra il giovedì e il venerdì.
Vennero così indicate le due principali devozioni, la
Comunione al primo venerdì di ogni mese e l’ora santa di
adorazione.
La quarta rivelazione più meravigliosa e decisiva, ebbe
luogo il 16 giugno 1675 durante l’ottava del Corpus Domini.
Nostro Signore le disse che si sentiva ferito dalle
irriverenze dei fedeli e dai sacrilegi degli empi,
aggiungendo: “Ciò che mi è ancor più sensibile è che sono i
cuori a me consacrati che fanno questo”.
Gesù chiese ancora che il venerdì dopo l’ottava del Corpus
Domini, fosse dedicato a una festa particolare per onorare
il suo Cuore e con Comunioni per riparare alle offese da lui
ricevute. Inoltre indicò come esecutore della diffusione di
questa devozione, il padre spirituale di Margherita, il
gesuita san Claude de la Colombiere (1641-1682), superiore
della vicina Casa dei Gesuiti di Paray-le-Monial.
Margherita Maria Alacoque proclamata santa il 13 maggio 1920
da papa Benedetto XV, ubbidì all’appello divino fatto
attraverso le visioni e divenne l’apostola di una devozione
che doveva trasportare all’adorazione dei fedeli al Cuore
divino, fonte e focolaio di tutti i sentimenti che Dio ci ha
testimoniati e di tutti i favori che ci ha concessi.
Le prime due cerimonie in onore del Sacro Cuore, presente la
santa mistica, si ebbero nell’ambito del Noviziato di Paray
il 20 luglio 1685 e poi il 21 giugno 1686, a cui partecipò
tutta la Comunità delle Visitandine.
A partire da quella data, il movimento non si sarebbe più
fermato, nonostante tutte le avversità che si presentarono
specie nel XVIII secolo circa l’oggetto di questo culto.
Nel 1765 la Sacra Congregazione dei Riti affermò essere il
cuore di carne simbolo dell’amore; allora i giansenisti
intesero ciò come un atto di idolatria, ritenendo essere
possibile un culto solo al cuore non reale ma metaforico.
Papa Pio VI (1775-1799) nella bolla “Auctorem fidei”,
confermava l’espressione della Congregazione notando che si
adora il cuore “inseparabilmente unito con la Persona del
Verbo”.
Il 6 febbraio 1765 papa Clemente XIII (1758-1769) accordò
alla Polonia e all’Arciconfraternita romana del Sacro Cuore
la festa del Sacro Cuore di Gesù; nel pensiero del papa
questa nuova festa doveva diffondere nella Chiesa, i passi
principali del messaggio di s. Margherita, la quale era
stata lo strumento privilegiato della diffusione di un
culto, che era sempre esistito nella Chiesa sotto diverse
forme, ma dandogli tuttavia un nuovo orientamento.
Con lei non sarebbe più stata soltanto una amorosa
contemplazione e un’adorazione di quel “Cuore che ha tanto
amato”, ma anche una riparazione per le offese e
ingratitudini ricevute, tramite il perfezionamento delle
nostre esistenze.
Diceva la santa che “l’amore rende le anime conformi”, cioè
il Signore vuole ispirare nelle anime un amore generoso che,
rispondendo al suo, li assimili interiormente al divino
modello.
Le visioni e i messaggi ricevuti da s. Margherita Maria
Alacoque furono e resteranno per sempre un picco spirituale,
dove venne ricordato al mondo, l’amore appassionato di Gesù
per gli uomini e dove fu chiesta a loro una risposta
d’amore, di fronte al “Cuore che si è consumato per essi”.
La devozione al Sacro Cuore trionfò nel XIX secolo e il
convento di Paray-le-Monial divenne meta di continui
pellegrinaggi; nel 1856 con papa Pio IX la festa del Sacro
Cuore divenne universale per tutta la Chiesa Cattolica.
Sull’onda della devozione che ormai coinvolgeva tutto il
mondo cattolico, sorsero dappertutto cappelle, oratori,
chiese, basiliche e santuari dedicati al Sacro Cuore di
Gesù; ricordiamo uno fra tutti il Santuario “Sacro Cuore” a
Montmartre a Parigi, iniziato nel 1876 e terminato di
costruire dopo 40 anni; tutte le categorie sociali e
militari della Francia, contribuirono all’imponente spesa.
Proliferarono quadri e stampe raffiguranti il Sacro Cuore
fiammeggiante, quasi sempre posto sul petto di Gesù che lo
indica agli uomini; si organizzò la pia pratica del 1°
venerdì del mese, i cui aderenti portano uno scapolare con
la raffigurazione del Cuore; si composero le meravigliose
“Litanie del Sacro Cuore”; si dedicò il mese di giugno al
suo culto.
Affinché il culto del Cuore di Gesù, iniziato nella vita
mistica delle anime, esca e penetri nella vita sociale dei
popoli, iniziò, su esortazione di papa Pio IX del 1876,
tutto un movimento di “Atti di consacrazione al Cuore di
Gesù”, a partire dalla famiglia a quella di intere Nazioni
ad opera di Conferenze Episcopali, ma anche di illuminati e
devoti governanti; cito per tutti il presidente
dell’Ecuador, Gabriel Garcia Moreno (1821-1875).
Fu tanto il fervore, che per tutto l’Ottocento e primi
decenni del Novecento, fu dedicato al culto del Sacro Cuore,
che di riflesso sorsero numerose congregazioni religiose,
sia maschili che femminili, tra le principali vi sono:
“Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore” fondata nel
1874 dal beato Leone Dehon (Dehoniani); “Figli del Sacro
Cuore di Gesù” o Missioni africane di Verona, congregazione
fondata nel 1867 da san Daniele Comboni (Comboniani); “Dame
del Sacro Cuore” fondate nel 1800 da santa Maddalena Sofia
Barat; “Ancelle del Sacro Cuore di Gesù” fondate nel 1865
dalla beata Caterina Volpicelli, diversi Istituti femminili
portano la stessa denominazione.
Attualmente la festa del Sacro Cuore di Gesù viene celebrata
il venerdì dopo la solennità del Corpus Domini, visto che
detta ricorrenza è stata spostata alla domenica; il sabato
che segue è dedicato al Cuore Immacolato di Maria, quale
segno di comune devozione ai Sacri Cuori di Gesù e Maria,
inscindibili per il grande amore donato all’umanità.
In un papiro egiziano di circa 4000 anni fa, troviamo
l’espressione della comune nostalgia d’amore: “Cerco un
cuore su cui appoggiare la mia testa e non lo trovo, non ci
sono più amici!”.
Lo sconosciuto poeta egiziano era dolente per ciò, ma noi
siamo più fortunati, perché l’abbiamo questo cuore e questo
amico, al pari di s. Giovanni Evangelista che poggiò
fisicamente il suo capo sul petto e cuore di Gesù.
Possiamo avere piena fiducia in un simile amico, Egli
vivendo in perfetta intimità col Padre, sa e può rivelarci
tutto ciò che serve per il nostro bene.
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