NOVENA AL SS CUORE DI GESU’
di Padre Carlo
Borgo, anno 1900.
SUI FINI
DELL’ISTITUZIONE DEL SS. SACRAMENTO
Orazione preparatoria. Fede della presenza di Dio;
offerta della meditazione; dimanda di attenzione, lume ed affetto.
I Preludio. Immaginatevi di vedere Gesù Cristo nell'atto
di istituire il divino Sacramento. Miratelo a tavola coi suoi
Apostoli con quel Pane in mano, che benedice e cangia
sostanzialmente nel suo Corpo divino. Osservate come alza al cielo
quei divini occhi accesi di una luce straordinariamente soave.
Vedete quella faccia divina com'è oltre al solito accesa. Egli par
proprio in una estasi d'amore.
II Preludio. Pregatelo a darvi un lume straordinario
affatto per intender bene i fini dell'amor suo in questo
Sacramento, e grazia d'esserne penetrata altamente per concorrere
voi altresì al compimento di questi fini.
Punto I. Gesù Cristo istituì il divino Sacramento per
appagare affatto il suo desiderio di comunicarci tutti i suoi beni.
Tanti altri modi di comunicare agli uomini i divini suoi doni non lo
aveano contentato. Considerate bene, o anima religiosa,
quest'insaziabilità del suo liberalissimo Cuore. Questo non è
semplicemente un nuovo dono che qui offre alle anime da lui amate; è
un compendio di tutti i suoi doni; tutte le sorta di grazie vi si
rinchiudono. Quanti sono i bisogni che può aver un'anima in questa
vita, a tutti qui può trovare provvedimento e rimedio. Anime
tentate, afflitte, timide, deboli, cieche, povere, inferme,
moribonde, qui, se sapete bene usarne, potete trovare gli aiuti che
trovar solete divisi in tanti altri mezzi negli amici, nei
consiglieri, nei maestri, nei libri, negli esempi, nelle
considerazioni, nelle divozioni tutte del Cristianesimo. In
ciascuno di questi generi di beni, infinite anime qui trovarono la
loro santificazione. Degli altri mezzi spesso ci può mancare
1'occasione, o la frequenza, o la facilità opportuna al caso
nostro. In questo Sacramento Gesù Cristo è sempre presente e pronto
dappertutto e per tutti. Che rimprovero dunque del sì lungo languir
vostro nella strada di Dio! Che accusa della vostra indolenza e
sconoscenza di sì universale rimedio! Ma questo non è neppur
semplicemente un compendio degli altri doni divini; è anche un dono
affatto nuovo e maggiore di tutti i doni, che sono come i frutti
della carità infinita del vostro Redentore. Egli qui vi dà la pianta
stessa, madre di tanti frutti; vi dà sè stesso. In sé stesso vi dà
tutto senza riserbarsi più nulla. Vi dà la sua umanità sacrosanta
con tutti i meriti della sua vita mortale; vi dà la sua divinità con
tutti i tesori infiniti della sua sapienza, potenza e bontà. E non
mette altro confine alla vostra brama di arricchirvi se non quel
confine che mettete voi stessa, cioè la vostra disposizione e
capacità. Ponderate bene quest'eccesso d'amore, o anima così
sensibile ad ogni cortesia umana. I doni umani vi placano adirata,
vi riscaldano indifferente, v'impegnano, vi conquistano. Solamente
pel vostro Dio il vostro cuore ingrato cangia natura. Confondetevi,
pentitevi, inteneritevi, e risolvete una volta cosa dovete pensare,
sentire e fare per contentare il divin Cuore insaziabile di
beneficarvi.
Punto II. Gesù Cristo istituì il divino Sacramento per
unirsi alle anime nostre. Ecco dove va a mirare il suo
liberalissimo amore. Egli è qui quel meritante da lui proposto
nell' Evangelio, che vende tutte le sue ricchezze per acquistare
una perla da lui creduta rara e preziosa. O Gesù Figlio di Dio, e
sarem dunque noi e il possesso del nostro cuore un bene per voi
degno di tanto prezzo? Intendete voi bene, anima ingrata e vile,
questo mistero? L'Unigenito del Padre anela con tanta passione a
farsi una sola cosa con voi per la più intima unione che possa darsi
tra l'eterno Dio e una creatura mortale; e con uno sforzo di
potenza e di sapienza ha trovato una maniera di come immedesimarsi
con voi divenendo vostro cibo; sicché egli sia tutto veramente
della creatura purché la creatura acconsenta ad essere per reciproca
amorosa donazione tutta di lui. La ragione avrebbe ribrezzo a
pensarlo, se la fede non obbligasse a crederlo. Si, mio Gesù e mio
Dio, io lo credo. Ma che io sia tuttavia insensibile a un tanto
amore, lo capisco io altresì questo quanto dovrei!? Oh che ho
conosciuto pur tardi e voi e me! Quanto ammiro voi, tanto
inorridisco di me. Quante volte vi siete voi così amorosamente
stretto all'anima mia! ma a qual mostro vi siete trovato unito, o
Amante divino? A qual mostro d'indegnità, di immondezza, di
freddezza, d'ingratitudine? Quest'anima mia si è tante volte
trovata nel seno di una felicità non conosciuta, per godere della
quale anche una volta sola sarebbe stato bene speso tutto il mio
sangue. O cieca! o stolta! o infelice! o rea anima mia, che momenti
hai perduti! che delizie non hai saputo gustare! I serafini stessi
ti aveano invidia; e io ... Ah vili miei sensi, ah mondo
ingannatore, ah passioni traditrici, cosa mi avete voi dato in
cambio? Qui fermatevi un poco, anima generosa, paragonando un
possesso così intimo ed amoroso di Dio con quei soggetti della
vostra tiepidezza, che vi tolgono la cognizione ed il gusto di un
tanto bene. Fate delle generose risoluzioni, chiedete dei grandi
lumi e delle grazie, e conchiudete con una rinunzia intera al vostro
amor proprio, e con una offerta assoluta del vostro cuore ai
desiderii, ai disegni ed alle fiamme del Cuore amabilissimo ed
amantissimo del vostro Sposo divino,
GIORNO I.
MEDITAZIONE
IL CUORE DIVINO DI
GESU’ CRISTO NEL SS. SACRAMENTO VIVE UNA VITA DI BEATITUDINE.
Orazione preparatoria. Fede della presenza di Dio;
offerta della meditazione; dimanda di attenzione, lume ed affetto.
I Preludio. Immaginatevi di vedere Gesù Cristo nel
santissimo Sacramento, che apertosi il divin petto vi mostri il suo
Cuore come in un trono di luce soavissima e di vivissimo fuoco.
II Preludio. Pregatelo a farvi parte di quella dolce luce
e di quel fuoco divino per disingannare ed accendere il vostro
cuore.
Punto I. Cercate nel Cuore di Gesù Cristo l'idea che vi
dovete formar della grandezza, beltà e felicità dei beni temporali.
Quel Cuore divino gode in quello stretto ciborio una felicità
infinita, senza però gustar nulla affàtto di ciò che il mondo stima
e che il vostro amor proprio crede si necessario a farvi contenta.
Il silenzio e la solitudine lo circondano, in vece dei divertimenti
terreni. La povertà e spesso lo squallore lo albergano, invece delle
gemme e dell'oro. Nei pochi momenti che non è lasciato solo, per
lo più ha innanzi a sè gente rozza e spregievole. Quanto spesso
trovasi in mezzo dei suoi offensori e nemici! Quanto spesso vi è
insultato, deriso, profanato! Che situazione infelice è la sua agli
occhi del vostro amor proprio! Quel Cuor divino però in tal
solitudine, in tal compagnia, in tali dispregi non perde nulla
della sua beatitudine, che è sempre infinita. E voi come spesso
perdete la vostra quiete? quanto meno la perdete? Oh cuor cieco,
cuor debole! Col vostro attacco alle cose sensibili avete fatto
dipendere da queste la vostra felicità, perché avete finora
cercato la felicità in queste cose. Ah! il vostro cuore è della
stessa natura di quello di Gesù Cristo. Siccome quel Cuor suo
divino, così il vostro cuore medesimo non furono fatti per quei beni
che allettano i sensi. Confondetevi sul vostro inganno passato.
Fatemi conoscere, o Cuore infinitamente beato, la falsità dei
contenti che il mio amor proprio mi suggerisce e dimanda. Datemi un
disprezzo infinito di tutto ciò che il mondo stima ed ama. Esaminate
quale dei gusti dell'amor proprio v'alietta più, e contra questo più
proponete e pregate.
Punto II. Studiate nel Cuor di Gesù Cristo l'idea che vi
dovete formar della grandezza, beltà, felicità dei beni spirituali.
L'amore ed il possesso di Dio hanno la beatitudine del Cuore di Gesù
Cristo. Siccome quel Cuore è unito personalmente alla Divinità, la
sua beatitudine è infinita, perchè è infinito il suo amore e la sua
unione colla Divinità. Ecco la causa per cui la sua beatitudine
non è punto turbata dal difetto di questi beni sensibili, che a voi
paiono tanto grandi. Per la beatitudine di lui quel povero ciborio è
eguale al trono della sua gloria sul cielo. Dopo aver fissato voi
l'occhio un pezzo nel sole, non vedete pii nessuna cosa; in tutto
anzi voi seguite a vedere il sole, perché la impressione fortissima
di quella gran luce fa il vostr'occhio insensibile ad ogni lume
minore degli altri oggetti. Oh felice insensibilità a tutti i beni
di questa vita! quanto sarebbe a voi necessaria per fare in questa
vita medesima il vostro cuore beato! Dite un'altra volta a voi
stessa: il mio cuore è della stessa natura che questo dei Cuore di
Gesù Cristo; ciò che fa beato lui, può unicamente far beata me
ancora. Ricordatevi di quei giorni, o almeno di quelle ore di vostra
vita in cui il vostro cuore fu più acceso di amore pel vostro Dio.
Oh dolci e aure memorie! Cosa mancava ancora al vostro contento?
Paragonate la quiete del vostro cuore d'allora colla presente.
Compatite voi stessa; invidiate voi stessa; sdegnatevi con voi
stessa. Ah Cuore infinitamente contento e beato del mio Signore!
quando avrete pietà di me? Anima stolta, e perchè non avete voi
pietà di voi stessa? Così da quel tabernacolo rispondevi egli
stesso. Voi che replicherete? Domandategli perdono di aver lasciato
estinguere per la vostra dissipazione quel santo amore per lui, del
quale tante volte vi ha egli fatto gustare la soavità e la pace.
Fate dei grandi propositi, ma pratici e particolari, di distaccarvi
da ciò che particolarmente impedisce in voi l'accrescimento della
beatitudine del vostro cuore anche in questa vita.
Visite al santissimo Sacramento. Rimirerete oggi quivi
Gesù Cristo come l'oggetto unico, che può farvi felice; ed il suo
sacro Cuore come il luogo, dove sta in deposito ogni vostra
felicità. Atto di desiderio, e preghiera di essere sempre contenta
del solo suo amore.
Orazione giaculatoria fra giorno. O mio Gesù, il vostro
amore, e sono contenta.
Virtù pratica di questo giorno. Riflettete spesso in ogni
azione vostra, in che modo, quanto all'esteriore, e con qual
sentimento nel cuore Gesù medesimo avrebbe fatta quell'azione; e
valetevi di questa riflessione a correggere il vostro modo
ordinario di operare, ed a rendere sempre più sante anche le più
piccole azioni. GIORNO II.
MEDITAZIONE, SULLA VITA DI GRAZIA DEL S. CUORE NEL SS. SACRAMENTO
Orazione preparatoria. Fede della presenza di Dio;
offerta della meditazione; dimanda di attenzione, lume ed affetto.
I Preludio. Immaginatevi di vedere nel santissimo
Sacramento Gesù Cristo, che apertosi il divin petto vi mostri il suo
Cuore, da cui esca un torrente di limpidissime acque, significanti
le grazie che brama di spargere sopra quanti gli si presentano.
Il Preludio. Mettetevi davanti a lui come una povera
lebbrosa immonda, ed insieme languente di mortal sete e pregatelo
che colle sue grazie vi risani, vi mondi, vi ristori.
Punto I. Gesù Cristo nel Sacramento. vive una vita di
grazia. Quali sono i sentimenti che questa sua vita ispiragli al
Cuore? che sentimenti avea egli nella sua vita mortale, quando
risanava e per sanarli cercava egli stesso gl'infermi? quando
illuminava i ciechi, risuscitava i morti e faceva tanti suoi
benefizi miracolosi? Tutti quei sentimenti di pietà, di tenerezza,
di misericordia, di liberalità li sento adesso tutti ad un'ora in
questo stato, che è il compendio di tutte le sue meraviglie. Con
che sentimenti incontrò, tante fatiche, tanti disagi, tanti
tormenti? Tutta quella carità e quell'amore infinito lo sente adesso
in questo stato, in cui continua a rinnovare ogni dì l'opera della
nostra Redenzione. Una gran fiamma ristretta in un'angusta fornace
quanto rinforza ed infuria! Potete immaginar lo stesso di questo
Cuore divino. Pensate a nostro motto d'intendere che quel Cuore
infinitamente amante sia in una specie di patimento inesplicabile
per l'eccessiva pienezza di grazie che rinchiude, ed alle quali non
può dare sfogo per mancanza di chi le riceva. Un giorno egli diceva
ad un'anima sua diletta, mostrandole il suo Cuore come in un abisso
di fuoco: Il mio Cuore, o figlia, non ne può più per desiderio di
comunicarsi alle anime. Aiutami tu, mia cara figlia, ad
alleggerirmi un tanto fuoco. Pubblica, e fa che si pubblichi per
tutto il mondo, che io non metterò più misura alcuna alle mie
grazie per quelle anime, che verranno a cercarle in questo mio
Cuore. Ora voi siete una di queste anime fredde e ritrose col Cuore
di questo Dio amante. Avete mai ben ponderati e compresi questi
sentimenti del suo Cuore. Ora che li sapete, che vi pare di lui? Che
vi pare di voi? Ah Cuore infinito nella vostra liberalità e carità,
perchè non vi ho conosciuto prima? Perciò sono stata finora sì
povera di grazia, sì diffidente con voi, sì timida nel pregarvi, sì
misurata nel dimandarvi ammirazione, ringraziamento, fiducia,
propositi.
Punto II. Quali sentimenti pretende da voi il Cuore di
Gesù Cristo per questa vita di grazia, in cui si è posto per voi
nel Sacramento.
I. Voi dovete praticamente tenere quel Cuore divino per l'unico
luogo di rifugio in tutti i bisogni del vostro cuore. Ciò non avete
fatto finora, perchè quel Cuore amante è stato l'ultimo a cui siete
ricorsa. Se aveste praticamente creduto che in quel Cuore divino
stava il vero rimedio di vostre tentazioni, di vostre malinconie,
di vostri dubbii, di vostre debolezze, non lo avreste cercato dalle
creature, dai vostri sensi, dalle stesse vostre passioni.
Esarninatevi con sincerità sui torti che in ciò avete fatti al più
tenero e più possente di tutti i cuori e cominciate subito a
ripararli.
II. Voi dovete portare nei vostri ricorsi a questo Cuore divino
un desiderio sincero e grande delle grazie che vi bisognano. Quel
Cuor divino conosce infinitamente i sensi pili occulti del vostro, e
vede che a voi preme pochissimo di amarlo, nell'atto stesso che gli
chiedete la grazia del suo amore; che voi temete di avere la grazia
di rompere efficacemente quell'attacco alle creature; mentre con la
bocca ne chiedete la grazia, voi avete un orrore segreto all'odio di
vai stessa, all'amore del dispregio, alla rinunzia totale al genio
dei vostri sensi. Il merito però maggiore che dal canto vostro aver
potete delle di Gesù Cristo, è la sincerità e grandezza dei vostri
desiderii. Paragonate i vostri coi desiderii meditati del Cuore di
Gesù Cristo. Arrossitene, domandatene perdono, e cominciate a
chiedere per prima grazia un desiderio di esserne risanata con le
sue grazie, degno del desiderio che egli ha di comunicarvele.
III. Voi dovete ricorrere al Cuore di Gesù Cristo con una umile
sì, ma amorosa confidenza; cioè con una specie di amichevole
domestichezza, che nel Sacramento questo Dio vi permette e brama che
abbiate con lui. Oh anima sconoscente della vostra fortuna! questo
è, direi quasi, il prodigio maggiore dell'amor di quel Cuore per gli
uomini; perchè questo è il Dio della maestà e della gloria, davanti
a cui in cielo tremano i Serafini, che qui in terra vuole
conversare confidentemente con noi. Voi la confidenza intima del
vostro cuore donate a creature talor più vili di voi, e che vi
disonorano e vi tradiscono; e siete ritrosa e chiusa di cuore con
Dio, che si abbassa a tanta degnazione per voi. Ah! non è umiltà che
vi tenga; è il poco amor che gli portate, la superficialissima
persuasione che avete del quanto egli v'ama. Ah! Cuor divino,
infinitamente amabile ed amante! non sarà più così. Apritegli il
vostro cuor tutto; contategli le vostre pene, le vostre piaghe, i
vostri bisogni; egli non sa resistere ad un cuor misero, ma
desideroso, ma confidente.
Aspirazione giaculatoria fra giorno. Voi siete il mio
unico aiuto e rifugio, o Gesù; da voi solo spero il tutto.
Nelle visite al santissimo Sacramento valetevi dell'immagine e degli
affetti dei preludi alla meditazione, e rinnovatevi gli affetti
provati nella meditazione.
Virtù pratica di questo giorno. Usate qualche atto di
carità, di cortesia, di amicizia a chi il vostro genio sente
qualche tentazione di contrarietà. E ciò nell'intezione di punire la
vostra sconoscenza passata all'amore di Gesù Cristo.
GIORNO III
MEDITAZIONE
GESU’ CRISTO NEL SS. SACRAMENTO VIVE VITA DI SACRIFIZIO
Orazione preparatoria. Fede della presenza di Dio;
offerta della meditazione; dimanda di attenzione, lume ed affetto.
I Preludio. Mirate Gesù Cristo nel Sacramento come un
agnello sull'altare per essere sacrificato; ed il suo Cuore, da cui
escano delle fiamme, dalle quali esso come vittima è consumato.
II Preludio. Pregatelo a farvi ben intendere la
preziosità del suo sacrifizio, e a darvi coraggio d'imitarlo col
sacrifizio di tutta voi stessa al suo amore.
Punto I. L'amore di Gesù Cristo pel suo divino Padre e
per noi fu la principale causa del sacrifizio della croce; ma vi
ebbero parte l'invidia, l'odio dei suoi nemici e crocifissori. Qui è
il solo amore che fa tutto. Questo nuovo Sacrifizio è dunque tutto
invenzione ed opera del solo amante suo Cuore. L'interesse
essenziale della divina gloria e della redenzione umana era già
infinitamente soddisfatto col sacrifizio della croce: perché dunque
questa lunga e continua rinnovazione? Ah! ciò ch'è bastato ad
appagare l'infinita giustizia del Padre, non è però bastata ad
appagare l'infinito amore del Cuore amante del Figlio. Per essere in
croce sacrificato bastò che lasciasse a' suoi nemici ignorare la sua
maestà, perchè se lo avessero conosciuto pel Dio della gloria, non
mai lo avrebbero crocifisso. Ma per sacrificare sè stesso di nuovo
nel Sacramento, gli è necessario occultare anche a' suoi più cari
la stessa sua umanità. E poi, perchè non contentarsi di questa
rinnovazione di sacrifizio una volta l'anno, come si contenta che
una volta l'anno nella Chiesa si rinnovi la memoria degli altri suoi
misteri? E poi, perché non provvedere almeno in questo suo nuovo
sacrifizio al proprio decoro divino, facendolo con un nascondimento
che lo espone a molte irriverenze e sacrilegi? E poi perchè...? Ah!
che le difficoltà che la sua grandezza e la indegnità nostra vi
opponevano sono infinite, e potè vincerle solamente l'eccessivo
amore di un cuore insaziabile nell’amarci. Intendi tu adesso, anima
mia fredda, cieca, ingrata, qual parte abbia il Cuore di Gesù Cristo
nel suo continuo sacrificarsi per noi nel Sacramento? Ammirazione,
ringraziamento, e desiderio di corrispondervi.
Punto II. La vita di sacrificio che vive il Cuore di Gesù
Cristo per voi nel Sacramento, è un invito che vi provoca a metter
voi stessa in una simile vita di sacrifizio per lui. Se pensate di
corrispondergli non avete a far altro che imitarlo. Il suo amore per
voi è quello che tutto dì lo sacrifica; amatelo e vi sacrificherete
facilmente anche voi per Gesù. Ah! quelle gran ripugnanze dei
sacrifizi spesso da nulla, pensateci bene, sono segno che l'amate
pur poco. E perché altro vi pesano tanto il ritiro, la povertà,
l'ubbidienza? perchè altro penate tanto a domare un risentimento,
un'affezione, un contraggenio? In tanti anni di religione non avete,
ohimè! gustata mal una stilla di quella gioia non esplicabile, che
le anime amanti di Gesù Cristo provano ne' patimenti. Infelice!
Fate dunque così. Cominciate a sacrificarvi per imparare ad amarlo.
Ogni piccolo sacrifizio porta in noi un nuovo grado di amore, che ci
porta poi e conforta ad un sacrifizio più nobile. Per poco che
l'anima duri costante ne' suoi piccoli sforzi, il Cuore amante di
Gesù Cristo perde la pazienza di accendere il cuor di lei così a
poco a poco. Viene all'impensata un dì, ch'esso gittala apposta
nell'occasione di fargli un sacrifizio eroico; e solo ch'ella
provisi a tentarlo, esso le spira al cuore una di quelle sue fiamme
d'amore, che le fa fare un grande atto, che diviene il principio
della sua santità. Questa è la strada ordinaria della santificazione
delle anime. Consideratela bene, che è freno difficile di quel che
pare. Paragonate i sacrifizi di Gesù Cristo con quelli di cui avete
al presente occasione. Se i vostri di adesso sono piccoli, che
rossore se li ricusate! Se sono grandi, quale felice anima! ecco il
giorno in cui Gesù Cristo vorrebbe cominciare la vostra
santificazione, e per conseguenza giorno della vostra felicita.
Fissate gli occhi in quel tabernacolo dove sta il vostro bene, il
vostro Dio sacrificato per voi, e parlate a quel Cuore adorabile con
quella fiducia e dimestichezza che avete imparata dalla meditazione
di ieri, e risolvete.
Orazione giaculatoria. Dite spesso ai vostri sensi, alle
vostre voglie, alle vostre inclinazioni: Andiamo, andiamo, e
moriamo con Gesù Cristo.
Andate alla visita ciel SS. Sacramento come per essere presente in
ispirito a Gesù crocifisso nel momento in cui gli fu colla lancia
aperto il petto e ferito il cuore. Mirate, stupite, confondetevi,
animatevi, offeritevi, ed implorate nei proponimenti particolari
dell'orazione.
Virtù pratica. Sul principio della giornata fissate quale
affezione, qual ripugnanza, qual difetto in voi più dispiace al
sacro Cuore; e in questo giorno siate bene attenta e fedele a
fargliene il sacrifzio. GIORNO IV.
MEDITAZIONE
Imparate da me, che sono umile di cuore, disse Gesù Cristo, e ce lo
replica coi fatti nella vita umiliata che ha presa nel Sacramento.
Vi mediteremo la sua umiltà locale, e le sue più notabili
circostanze.
Orazione preparatoria. Fede della presenza di Dio;
offerta della meditazione; dimanda di attenzione, lume ed affetto.
I Preludio. Osservate con un po' di attenzione la nessuna
maestà che mostra Gesù Cristo in quel tabernacolo; ed immaginandovi
alla meglio che potete quella che lo circonda in cielo, rilevatere
la differenza infinita. II. Preludio. Pregatelo a farvi ben rapire le intenzioni segrete del suo Cuore in uno stato sì indebito alla sua grandezza, ed a farvelo effettivamente amare coll'imitazione.
Punto I. L’abbassamento di sè, e l'amore di tutto che può
concorrervi, fanno il genio dell'umiltà. Osservate lo abbassamento
di Gesù Cristo nell'Eucaristia. Totale è il nascondimento che vi fa
di ogni cosa che porta dell'onore. Che segno vedete voi alla sua
divinità? La luce, la maestà, il corteggio angelico, il trono di
gloria ove sono? Che indizio traspare di quella potenza che sostiene
il mondo tutto? di quella sapienza che lo governa? di quella
sovranità che regna in cielo ed in terra? Potrebbe nascondersi più
se temesse d'essere qui onorato per quel Dio ch'è? Potrebbe anzi
abbassarsi più se effettivarnente bramasse l'esservi non curato e
sprezzato? Il suo albergo non è qui altro che una angusta casuccia
di legno o al più di sasso; e fuori di pochi altari che sono
decenti, sta su infiniti altri sì squallidi e miseri e sordidi, che
meno è indecente l'albergo di un artigiano. Egli potea far precetto
nella Cristianità che l'oro e le gemme più belle delle città si
tributassero a' suoi tabernacoli, come già nel tempio antico che
fece farsi da Salomone. Ma egli in ciò, non ignorando quant'era per
avvenirgliene, si è abbandonato all'indolenza, all'avarizia, alla
irreligione degli ingrati uomini. Che esempio estremo della più
sincera umiltà di cuore! Non è la necessità, è il suo Cuore che
liberamente elegge tanti abbassamenti e santa viltà di comparsa e di
stato. Ecco dunque un cuore che ama con una sincerità non sospetta
l'umiltà. E questa è l'umiltà cui vuol che imitiate. Esaminate le
parole e gli atti di umiltà che talora fate anche voi: sono così
volontari ed amorosi! Siete voi così indifferenti come il Cuor di
Gesù Cristo nel Sacramento ad essere trattata con onore o
dispregio? Lasciate voi, com' egli, il vostro onore in arbitrio
degli altri? Ah che esempio, che scuola, che diversità tra la sposa
schiava e lo Sposo re. Proponete e pregate.
Punto Il. Considerate due grandi circostanze dell'umiltà
di cuore di Gesù Cristo nel Sacramento.
1. Un cuore meno amante della umiltà di quanto il fosse quello
di Gesù Cristo, avrebbe potuto credere che per la maggior gloria di
Dio convenisse misurare il suo abbassamento in questo Sacramento
adorabile. Questo Dio sacramentato vi sarebbe stato più facilmente
riconosciuto e rispettato se avesse almeno di quando in quando
lasciato trasparire qualche indizio sensibile della nascosta maestà
sua. Ma non così pensò il Cuore di Gesù Cristo. Volle dare l'esempio
di sua umiltà nel Sacramento fosse infinitamente compito. Pensale,
anima religiosa, come talora la vostra segreta vanità che così
v'inganna. S'io taccio, s'io cedo, ci va dell'onore, della
innocenza, della giustizia. Ah! non sapete che l'onor massimo
dell'innocenza l'essere innocentemente spregiata? che la gloria
massima della giustizia è l'essere ingiustamente oppressa? Questa è
la massima diletta dell'umile Cuore di Gesù Cristo, e per molte
anime anche tra le mura religiose, anche in oggetti in sè piccoli,
questa massima dà frequentemente occasione di atti grandi ed
eroici.
2. Un cuore meno amante dell'umiltà di quel che fosse il Cuore
di Gesù Cristo, avrebbe creduto che esser potesse maggior bene delle
anime il lasciarsi un poco almeno dagli uomini sensibilmente
conoscere. Oh amore amante incarnato! qual nostro cuore avrebbe
resistito ad un lampo anche fuggitivo sol una volta in vita
sensibilmente da noi veduto, della beltà divinamente soave anche
solo della vostra adorabilità? Ma non così pensi; il Cuore di Gesù
Cristo. Egli sapienza sfinita credette nostro maggior bene darci nel
Sacramento il massimo esempio di sua umiltà. Ah! dunque la
superbia, la vana stima di voi stessa, il naturale vostro
orgoglioso è stato, o anima religiosa, creduto da Gesù Cristo il
massimo suo e vostro nemico. Gesù Cristo per darvi col suo esempio
un disinganno sì importante ha rinunziato anche all'acquisto più
facile della nostra tenerezza per lui. Ma oh cuore stupendamente
umile! oh mio Sovrano infinitamente umiliato! voi mi siete appunto
tanto più amabile, quanto per mia istruzione più avvilito!
Esaminate le vostre circostanze particolari, fate dei particolari
propositi e chiedete con gran cuore dei grandi aiuti.
Aspirazione giaculatoria. Ah Gesù, voi mi siete, e
siatemi sempre tanto più caro quanto più abbassato per me. E’ di san
Bernardo.
Nelle visite del SS. Sacramento valetevi della immagine del I
Preludio, e fatele con intenzione di supplire colla vostra
riverenza ed amore al dispregio ch'ei v'incontra per essersi nel
Sacramento a vostro vantaggio tanto nascosto ed abbassato.
Virtù pratica. Guardatevi oggi con una diligenza estrema
da ogni atto e parola di vostra lode e di vostra scusa. GIORNO V. MEDITAZIONE
PER ONORARE LA VITA D’AMORE DEL SACRO
CUORE NEL SS. SACRAMENTO
Orazione preparatoria. Fede della presenza di Dio;
offerta della meditazione; dimanda di attenzione, lume ed affetto.
I Preludio. Fissate l'occhio amoroso ed attento sul
santo tabernacolo, procurate di fare il più vivo atto di fede della
presenza reale di Gesù Cristo, e figuratevi di udirlo fare a voi
quella dolce promessa fatta già a' suoi Apostoli. Ecco ch'io sono,
e mi stabilisco tra voi sino al terminare de' secoli.
II Preludio.
Pregatelo a farvi sentire tutta la tenerezza dell'amante suo
Cuore in questa sua assidua presenza nel Sacramento, e tutta la
gratitudine che dovete a questa amorosa invenzione.
Punto I. Gesù Cristo poteva operar la nostra
santificazione comunicando sè stesso a noi solo figuratamente, non
realmente. Ma il sommo amore non è contento di giovare sol da
lontano; esso ama la personale presenza. Ma perchè non contentarsi
Gesù Cristo di realmente venire nel Sacramento solo nel tempo del
santo Sacrifizio della Messa? anche con ciò solo avrebbe fatte più
visite personali ogni di alle anime sue dilette. No, al suo Cuore
ciò non parve bastante; ha voluto restar sempre sotto le specie
sacramentali, cioè ha voluto farsi assolutamente e perpetuamente
nostro cittadino e domestico. Potea dunque contentarsi di stare in
una sola città d'ogni provincia, ed anche al più in un solo tempio
per ogni città. No, ha voluto essere in ogni contrada. Nei così
vasti spazi del cielo la sua umanità non si trova se non in un luogo
solo: in terra la sua umanità medesima prende una specie
d'immensità, e trovasi presente ovunque trovasi un picciol numero di
cristiani. Ah! è propriamente vero ciò che dicevano alcuni santi,
che il Cuore di Gesù Cristo è innamorato degli uomini. Ma
riflettete inoltre che questo suo esser sempre e dappertutto tra gli
uomini gli costa uno de' massimi miracoli della onnipotenza, qual è
la replicazione della sua umanità santissima in tanti luoghi; e più
ancora, che ciò gli costa un'infinità d'insulti, perchè appunto ciò
è stato la occasione di riceverla. Ah!, che a questa passione del
suo Cuore ansante d'esser con voi, corrisponde pur poco forse la
premura vostra d'essere con lui! Esaminatevi, Cosa poi esige di
difficile ed incomodo da' suoi per visitarlo? Quante spese,
riguardi, molestie per corteggiare i re della terra! Quante
cerimonie, e purgazioni, e osservanze per accostarsi già al
tabernacolo dell'arca! Ma dall'accostarsi a questo Dio amante non
impedisce nè povertà, nè deformità, nè sordidezza di stato, di
persona, di vestimento. Basta amarlo, per aver il diritto d'esser
accolto da lui con infinita affabilità e di trattarlo da uguale, da
amico, da confidente. O amore incomprensibile! Che degnazione! che
tenerezza! Ma oh che rimorsi segreti per voi, o anima religiosa;
che dal visitarlo siete distolta si facilmente da ogni piecolo
motivo!
Punto II. Considerate altre circostanze del suo amore a
star con noi. Egli ne gode tanto che se noi non possiamo anelare a lui, si fa egli stesso portar a noi; ed in tal atto le prove della sua tenerezza sono eccessive. E dove si lascia spesso portare? Dove voi avreste orrore e schifo ad entrare; nelle capanne più vili e povere, nelle stanze più fetenti, nelle prigioni più orride. Non lasciate neppure di riflettere da quali mani si lascia talor portare. Oh orrore d'indegnità anche tra suoi ministri! Ma il Cuor tenero di questo Dio amoroso par che non se ne avveda. Nel tempo antico del Cristianesimo era lecito ai cristiani di prenderlo dalla sacra mensa e portarsi seco il Sacramento; e se lo recavano a casa, e se lo portavano nei loro viaggi dove volevano. E se la Chiesa, sdegnata delle irriverenze che la fede illanguidita e la carità raffreddata cogli anni cominciarono a commettere, non l'avesse proibito, Gesù Cristo anche oggi si lascierebbe trattar così. Che dite anima religiosa, a questi riflessi? Avete mai bene inteso finora tutto l’amore che in quel Cuore divino palesasi da questo suo star continuo con noi? Ma notateti ancora condiscendenza più ammirabile. Per quanto esso brami di star sempre con voi, non v' impedisce però i vostri anche umani doveri ed interessi. Si, andate pure al lavoro, agli uffizi, agli affari vostri; Gesù Cristo è contento di restar solo, aspettando i momenti di vostra libertà che a lui vi ridonino. Anzi, neppure non vuol disturbare i vostri onesti sollievi. Si, egli vi lascia andar volentieri e ad agio vostro alla mensa, alla ricreazione, ai leciti divertimenti. Questo è un amante in tutto maraviglioso. Pare che abbia riguardo nel contentar sè di non aggravare o non voi in nulla. Oltre a tante ore del giorno, egli resta tutte le lunghe notti solitario nel suo ciborio, e mentre voi dormite, il suo Cuore veglia per voi ed a vostra castodia Veglia, e per voi si prega il suo divin Padre; veglia e vi difende da tanti pericoli la persona; veglia e fa da guardia fedele alle vostre case! Oh! se voi non siete intenerita da un amore sì tenero, sì discreto, sì dissimulante, sì costante, sì degnevole, sì benefico, dite pure che o non avete punto di fede, o avete un cuore indegno di vivere. Fatevi dunque i più forti rimproveri, piangete la vostra sconoscenza, e risolvete che cosa dovete fare in avvenire per corrispondere ad un benefizio sì amoroso di Gesù Cristo di essersi sacrificato a star sempre con voi.
Aspirazione giaculatoria. Oh quanto sono amabili, o
Signore, i vostri tabernacoli! io vorrei sempre, o mio Sposo divino,
star davanti a voi. Nelle visite al SS. Sacramento rinnovando alcuna delle cose meditate, intendete di ricompensare colla riverenza e coll'amore le negligenze e le freddezze da voi commesse in esse nel tempo passato.
Virtù pratica. Molte volte in questo giorno essendo fuori
di chiesa, ritornatevi segretamente col pensiero e col cuore,
offerendo al vostro Dio amante l'azione che state facendo. GIORNO VI. MEDITAZIONE
PER ONORARE LA VITA ATTIVA DEL SACRO CUORE NEL SS.
SACRAMENTO
Orazione preparatoria. Fede della presenza di Dio;
offerta della meditazione; dimanda di attenzione, lume ed affetto.
I Preludio. Immaginatevi di veder Gesù Cristo nei
Sacramento in figura di buon Pastore che recasi in seno una
pecorella ferita e moribonda, che egli cura e ravviva
coll'accostarla allo scoperto suo Cuore.
II Preludio. Pregatelo ad ispirarvi uno zelo ardente di
concorrere anche voi quanto potete a farlo conoscere ed amare.
Punto I. La gloria del suo divin Padre ed il bene delle
anime sono i motivi che tengono Gesù Cristo nei Sacramento; questi
sono gl'interessi di quel Cuore amoroso, che vi è però in un
continuo movimento di promuoverli. Da quei taciti tabernacoli Gesù
Cristo regge e conduce la sua Chiesa. A quella mensa divina egli
Pastore nutre e vivifica le pecorelle sue, che sono le anime buone,
e loro quivi si fa maestro, medico, difensore. Quivi egli, educatore
ed io attento ed amoroso, istruisce e conforta le anime deboli e
principanti. Quivi egli, tanto autorevole più, quanto pietoso
correttore, invita le anime inferme, moribonde, morte al suo amore,
e colle paterne minaccie e colle più soavi promesse le avviva, le
risana, le rinnova. In una parola, tutto il bene che tutti
riceviamo, di là ci viene, e quel suo Cuore è l'immenso mare di
lume, di affetto, di santità, di ricchezza spirituale che si
diffonde per tutto il corpo mistico della Chiesa. Ora se voi, anima
religiosa, appartener volete a guell' adorabile ed amabil Cuore,
dovete vestirvi del suo genio, impegnarvi ne' suoi impegni,
interessarvi ne' suoi interessi. Voi siete sua schiava, da lui
comprata, e a che gran prezzo! siete in obbligo di addossarvi quanta
parte potete del peso ch'ei porta. Voi siete sua figlia; dovete
prendere a petto quanto potete gli affari del vostro gran Padre. Voi
siete sua sposa; che infatti, se contenta di gustare il quieto ozio
del suo amore , non faceste tutti gli sforzi di concorrere alla sua
gloria? Niente dunque può dispensarvi da procurare come potete la
gloria di Dio ed il bene delle anime. Vedrete in seguito come
realmente il possiate; intanto convincetevi che il dovete.
Rivedete ora i pensieri, le parole, le azioni della vostra vita e
notate se almeno ne dirigete mai alcuna al eran fine che il vostro
padrone, Padre e Sposo sia nel mondo glorificato. Ah! è impossibile,
vedete, amare davvero Gesù Cristo senza far per lui qualche rosa.
Fate però la vostra risoluzione. Felice quella comunità religiosa,
dove tal risoluzione si facesse a un tempo da tutte!
Punto II. La vita alleva del divin Cuore nel Sacramento è
un modello, della vita attiva che far potete voi pure. Quelle sue
grandi opere di gloria divina le fa senza lo spirito di que'
ministeri che esercitò in sua vita mortale per modello degli uomini
apostolici: Qui tutto opera con quiete grazie interiori, insinuando
pensieri e consigli, ispirando coro pazīentissima soavità salutari
movimenti ne' cuori, e dando tacitamente i più opportuni e copiosi
aiuti a chi se gli accosta. Ecco, sposa di Gesù Cristo, la parte di
apostolato che può essere vostra. Senza prendere un tuono
predicatorio, un santo discorso, un saggio consiglio,
un'amichevole preghiera, talora una parola detta con amore,
un'occhiata dolce e compassionevole con delle pari vostre, possono
guadagnarne molte pel vostro Dio. Ah! si sa anco dalle religiose
tirar dei fili inosservati e lontani per insinuarsi nella confidenza
delle sorelle, e talora a un fine difettoso. Perciò l'amore di Gesù
Cristo non sarà altrettanto ingegnoso per mettersi a portata di
riunire due anime, d'impedire una inosservanza, di togliere da un
pericolo qualche semplice ed incauta? Il
secondo mezzo della vita attiva di Gesù Cristo nel Sacramento è
l'esercizio pio. La vita segreta di Gesù Cristo nel Sacramento è il
compendio di tutti i divini esempi della vita mortale; ed essi
singolarmente portano tante anime alla perfezione più sublime. Ma i
buoni esempi vostri hanno qualche cosa in certo modo di più felice
che quelli di Gesù Cristo sacramentato. Perchè i suoi non operano in
tutti, perchè non tutti li considerano; laddove i vostri li vedranno
tutte le vostre sorelle ancor non volendo. Siate ben certa che la
massima difficoltà d'introdurre un bene in un monastero, è sempre
quella di trovar una che sia la prima a praticarlo. Aspirate voi ad
una gloria sì bella nelle occasioni, e ad un merito si grande col
Cuore del vostro Dio. Finalmente la preghiera è l'altro mezzo della vita attiva di Gesù Cristo nel Sacramento. Esso vi è sempre in istato di avvocato e di vittima, che per noi sta offerendo la sua mediazione a sé stesso al suo divin Padre. Quest'arte dolcissima ed efficacissima non può mai mancarvi per glorificare Dio; con questa, dovete accompagnar sempre tutti gli altri mezzi e questa è un supplemento sicuro, quand'essi vi sono impediti o difficoltati. Ah se sapeste che immense schiere di anime sono in cielo guadagnate dalle orazioni di sante verginelle! Unite al Cuore di Gesù anche il vostro, facendovi con lui vittima segreta per la salute delle anime. Ogni bene che fate, ogni male che soffrite, abbia tra gli altri ancor questo fine. Fate dunque ora per sempre l'offerta di voi stessa al Cuore attivo di Gesù Cristo, e promettetevi di certo per questa strada i maggiori favori dell'amor suo.
Aspirazione giaculatoria. Gesù amabile, sia santificato
in tutto il mondo il vostro santo nome; sia fatta da tutte le anime
la vostra volontà. Nelle visite al santissimo Sacramento offerite al divin Padre il Cuore divino del suo diletto Figliuolo per la santa Chiesa, per la conversione di tutti i peccatori, per la santificazione di tutti i buoni. E trattenetevi in particolare a far questa offerta, e quella di tutto il bene che farete, per santificazione particolare di tutte le religiose vostre sorelle.
Pratica di virtù. Al principio della giornata, e più
volte, fra giorno, offrite tutte le vostre azioni per tutte quelle
persone che vi hanno dato qualche occasione di patire. GIORNO VII. MEDITAZIONE
PER ONORARE LA VITA
NASCOSTA DEL S. CUORE NEL SS. SACRAMENTO
Orazione preparatoria. Fede della presenza di Dio;
offerta della meditazione; dimanda di attenzione, lume ed affetto.
I Preludio. Presentatevi a Gesù Cristo nel maggior
raccoglimento che potete. Separatevi col pensiero da tutto il
mondo. Immaginatevi di esser sola col vostro divino Maestro come in
quel deserto, dove egli già ritirossi per quaranta giorni, per
sentire valori delle lezioni non già comuni a tutti i cristiani, ma
particolarissime del vostro stato.
II Preludio. Pregatelo dunque col maggior fervore ch’egli
non v'asconda niente di quella sublime perfezione, a cui già
chiamovvi nel chiamarvi alla Religione, e che i grandi lumi si
accoppino alle più forti grazie.
Punto 1. Chi direbbe, a veder Gesù Cristo nello stato in
cui qui si trova, che egli è desso che muove e governa i cieli, le
stelle, il sole, gli angeli, gli uomini, le creature tutte? Di tanto
e sì grandioso esercizio della sua provvidenza, sapienza e potenza,
non apparisce qui nulla. Egli non ci sta infatti per altro che per
gl'interessi segreti del suo Cuore colle anime. Tutto è silenzio,
solitudine, umiltà, pazienza, nascondimento, vita segreta ed
interiore. Su questo piano d'esempi ammirabili considerate cosa sia
quella via nascosta, in cui brama tanto che lo imitiate. Il
fondamento di questa vita nascosta è lo spirito interno, che deve
esser 1'anima di ogni vostra azione; spirito che non opera mai a
caso, no per fini umani, ma elle in tutto sempre mira Dio; spirito
elle non stima le cose dall'apparenza, ma solo dalla sostanza, per
esso tutto è vanità senza sostanza ciò che non è volontà di Dio;
spirito che non cerca mai di far molto, ma di far bene; spirito a
cui non pare mai piccola cosa quella che piace a Dio; spirito per
conseguenza che nasce dal puro amore di Dio, ed il solo puro amore
di Dio cerca siccome per guida, così per unico premio del suo
operare. Vi sarà, facile il considerare e capire quanto questo
spirito interno sia necessario alla vostra perfezione. Di qui
cominciate i vostri proponimenti pratici perchè, se non cominciate
dalla cura di acquistar questo spirito interno, non arriverete mai
a quella vita nascosta in Gesù Cristo, di cui dopo san Paolo tante
grandi cose dicono i Santi. In questa Vita nascosta dunque l'anima religiosa avendo collo spirito interno scacciato il mondo tutto dal suo cuore, ama di nascondere al mondo quanto può ogni sua azione e sè stessa. Non è punto un'anima illusa, elle per un falso spirito si ritiri dai comuni doveri e costumanze: ma fuori dei comuni doveri delle regole e della carità ama teneramente la solitudine, il silenzio, il raccoglimento. Tante di vedere e di esser veduta dal mondo, acciocchè i riguardi umani non forse s'insinuino segretamente nelle azioni o nelle circostanze delle sue azioni. Essa non mrama, nè cerca altri testimonii della sua virtù e delle sue sofferenze fuori di Dio; e però ella rinunzia ogni vana consolazione del mondo, al quale si sforza alla meglio di celare ogni segno siccome delle sue gioie interiori, così delle segrete sue pene. Le singolarità ordinarie seguaci della illusione le teme infinitamente. Nelle stesse virtù, per quanto ne ami e ne cerchi la finezza maggiore, ne schiva al possibile ogni non necessaria comparsa. Non vorrebbe che alcuno mai a lei pensasse; non si ingerisce mai in nulla, che noti le apparenze; e se può, elegge sempre il più oscuro e il men curato dagli altri in ogni cosa. La sola obbedienza ha tutte le chiavi dell'anima sua, e finchè quella non la obblighi, ella sa vivere in una casa religiosa degli anni intieri, senza che si abbia occasione di mai parlare di lei.
Riscontrate la pittura di questa vita con quella di Gesù Cristo nel
Sacramento; è tutta dessa. Riscontratela con la vostra vita
quotidiana, e vedete cosa vi manchi. Se vi mancasse anche tutto,
guardatevi infinitamente dal diffidare. Pregate quel Cuore
divinamente nascosto del vostro Sposo, che adesso vi tocchi il
vostro di un desiderio pieno di coraggio e di confidenza.
Punto II. I frutti di questa vita nascosta sano tanto
preziosi, quanto essa è eccellente.
1. Essa è un mezzo sicuro e compendioso per arrivare ad una
grande purità di coscienza e ad un gran distacco dal mondo e da noi
stessi. Considerate l'origine dei vostri difetti per lo più nascono
dalle occasioni, che trovano i vostri sensi e i vostri cattivi abiti
negli oggetti esteriori; così è nelle impazienze, nelle curiosità,
nelle vanità, ecc. Lo studio di questa vita nascosta invogliandovi
del ritiro, del badare a voi stessa, del non ingerirvi in cose a voi
superflue, senz'altro vi toglie un'infinità di queste occasioni. Di
più, lo studio di questa vita avvezza insensibilmente a riflettere
spesso sopra noi stessi, sopra le nostre intenzioni e i moti dei
nostro cuore; ed ecco con questa riflessione prevenuti quei tanti
difetti, di cui vi accorgete quasi solo dopo di esser caduta. Quindi
a poco a poco si minora 1'attacco al mondo ed a noi stessi; perchè
sempre si minora l'abito di pensare, e però anche quello di
compiacersi degli antichi oggetti dei nostri attacchi, del nostro
genio, delle nostre disordinate consuetudini.
2. La serenità e la quiete della parte almeno superiore
dell'anima sono di questa vita nascosta, un frutto infallibile.
Nelle cose qui sopra toccate facilmente potete conoscer altrettante
cause di questa quiete interiore. Donde vengono, diceva san Giacomo
apostolo, tante tempeste del vostro povero cuore non vengono esse
dalle vostre passioni. Quanto pascolo dunque togliete collo studio
di questa vita nascosta alle vostre passioni, tanti passi date
verso quella quiete costante di spirito che cercate.
3. Questa vita è necessarissima per acquistare una sposa di Gesù
Cristo lo spirito di orazione. Questo spirito di orazione non può
ottenersi da un'anima piena di sè, occupata da mille frivolezze,
dissipata tutto il resto della giorno. Ecco però il modo sicuro di
finire una volta tutti i vostri lamenti circa l'orazione. Essa è un
seguito conforme al resto della giornata. Quante sperienze non ne
avete avute!
4. Le interiori dolcezze e i più eletti favori divini
nell'ordinaria condotta di Dio sono annessi a questa vita nascosta.
Chi non la pratica, la crede una vita malinconica; chi la pratica,
vi trova (e non tarda molto a cominciare a trovarli) dei piaceri
infinitamente superiori a tutti quelli del mondo. Ricordatevi di
quanto ne leggeste e udiste di tante anime sante. Or che dite di sì grandi beni? Accendetevene di desiderio, e servitevene per vincere il ribrezzo del cieco amor proprio. Proponete di pensarvi spesso per ravvisare ogni dì i vostri proponimenti. Offeritevi al divin Cuore, implorate le sue grazie, e fissate di fare ogni dì qualche esame sui propositi fatti in questa meditazione.
Aspirazione giaculatoria. O Gesù, sommo ed unico bene
dell'anima mia che io viva solo a voi, e che voi siate solo il tutto
per me.
Nelle visite al santissimo Sacramento rinnovate alcune delle
considerazioni fatte, e pregatelo a darvi coraggio di provare la
verità di tante preziose speranze, che la meditazione vi ha dato.
Virtù pratica. Abbiate oggi una cura particolarissima
del silenzio, e di non cercare né entrar punto in ciò, che non vi
appartiene. GIORNO VIII. MEDITAZIONE
PER ONORARE LA VITA
DI GLORIA DEL SACRO CUORE NEL SS. SACRAMENTI
Orazione preparatoria. Fede della presenza di Dio;
offerta della meditazione; dimanda di attenzione, lume ed affetto.
I Preludio. Immaginatevi di vedere nel petto aperto di
Gesù Cristo il suo divin Cuore pieno di tanto fuoco di amore, come
un’ardente fornace, dove i cuori delle anime elette si liquefanno e
struggono più che la cera, e si purificano e si rinnovano come
l’oro.
II Preludio. Offerite con grande animo il vostro cuore
altresì a quelle fiamme divine, esibendovi al vostro divino
Salvatore per tutto che ei voglia fare di voi.
Punto I. La gloria del divin Cuore si manifesta in quel
gran potere dell’amore, che egli ispira alle anime nel Sacramento,
col quale amore in così deboli creature vince ed annienta in esse
tanti fortissimi loro nemici. Rimettetevi un poco in mente tante
belle vittorie, che avete letto di tanti ammirabili verginelle
similissime a voi per natura, per debolezza, per pericoli, per
impegni, per ripugnanza, per instabilità, per tentazioni. In questo
Sacramento d’amore singolarmente fu dove si fecero in loro quegli
stupendissimi cangiamenti. Pensate quante volte vi siete inorridita
nel leggere quegli atti sì eroici di pazienza, di carità e di
ubbidienza, di mortificazione, di odio di loro stesse. Quanto non
fanno stupire quegli esempi di costanza tacita, mansueta, allegra
in mezzo a lunghissime e indegnissime persecuzioni e lentissime e
dolorosissime malattie, e spaventosissime ed ostinatissime
tentazioni! Or come mai così deboli creature giunsero a perdere
ogni senso di pietà di sè stesse, ogni senso di ripugnanza agli
atti più ardui, ogni senso di lusinga alle più innocenti e dolci
voci dell'umanità? Ah! da quel Sacramento traevano tanta forza, e
tutta questa forza era forza d'amore. Ecco la gloria tutta propria
del divin Cuore, che potè amandola farsi da loro amare a tal segno.
Se voi amate Gesù Cristo, voi ora sapete come dovete glorificarlo.
Cosa andate ideando, quando vi sentite maggior desiderio di
corrispondergli. Tenete tutto per illusione ciò che non è, o non
aiuta in voi il disprezzo di voi stessa, la contraddizione alla
volontà vostra, e la sommissione amorosa e cieca alla divina. Che
voi moriate affatto al vostro amor proprio, questo è il trionfo
completo a cui il divin Cuore ispira con tutte le grazie che in
questo Sacramento di amore vi offerisce. Prefiggetevi dunque di
portare ad ogni visita di Gesù Cristo sacramentato, e molto più ad
ogni Comunione, qualche allo di villoria di voi medesima. Questa è
la più solida corrispondenza che gli potete usare, perchè questo è
l'interesse speciale della gloria del sacro suo Cuore nel
Sacramento.
Punto II. La gloria tutta propria del sacro Cuore nel
Sacramento si manifesta nel sollevare colla forza dell'amore le
anime ad innalzamento tutto divino in lui stesso. La vittoria
maravigliosa che opera l'amore nelle anime e che avete considerata
nel primo punto, fa in loro una mutazione, anzi una vera
trasformazione in tutt'altra cosa che prima non erano. Esse non
vivono più che in Gesù Cristo; anzi Gesù Cristo è quello che vive
in loro, come di sè diceva san Paolo; e però prima ancora di uscire
dalla infermità di questa vita mortale, vivono una vita affatto
divina. Osservatele in ciò che esternamente apparisce. Che modestia
angelica! che inalterabile affabilità! che amabile mansuetudine,
che esattezza, che prudenza, che santità spira ogni loro atto! Se
poteste entrare nel loro intelletto, sembrerebbevi di entrar nel
regno della luce, ma di quella luce invisibile che risplende in
paradiso. Le idee giustissime, le cognizioni sublimissime che hanno
di Dio e dei suoi misteri, sono inesplicabili. Se poteste entrar nei
loro cuori, che stupore non sarebbe il vostro nell'osservare la
purità, la forza, la pace, la santità dei loro affetti; la loro
anima è fatta il trono della grazia e dell'amor divino, che vi hanno
regno. Una Geltrude, una Caterina da Siena, una Teresa e tante altre
anime sì arricchite dei tesori interiori di Gesù Cristo, vi
potranno fa capire quanta gran gloria sia quella! questo Dio amante
delle anime nell'innalzarle dalla viltà loro a sì alto stato.
Pascetevi pure per un poco di questi oggetti ammirabili per
ricrearvi santamente lo spirito. Ma per non vi perdere d'animo per
voi stessa, ricordatevi che nella casa del vostro gran Padre Iddio
sono infinite mansioni; e vuol dire che se per umiltà, non dovete
aspirare a tanti altri doni, dovete per obbligo di stato pretendere
una misura anche per voi. Rinunziate volentieri a tutto che in
cotesti doni è straordinario; ma aspirate al dono di una grande
annegazione, di una regolarità costante, di un disprezzo grande del
mondo, di una grande pazienza, di un grande raccoglimento. A questi
doni avete diritto, e quel Cuore divino non può negarveli se davvero
li bramerete. Questi poi faranno in voi pure una mutazione, che vi
innalzerà assai sopra la miseria vostra presente; e glorificheranno
però assai nel vostro innalzamento la forza dell'amore di Gesù
Cristo. E fino a quando vorrete voi restare si lassa e fitta col
pensiero e col cuore in questa terra vile, misera, oscura? Ah in
quante sue povere serve, come sono le anime del secolo, Gesù Cristo
lavora coll'amor suo la sua gloria! e in voisua sposa non avrà che
disonore? Animatevi, risolvetevi e preparatevi in modo che la
vicina festa di quel divin Cuore e la Comunione che farete in quel
di, sia il principio di ama .nuova felicità per voi e gloria per
Gesù Cristo.
Aspirazione giaculaloria. Gesù, che io non viva, se non
per voi; anzi, che voi stesso viviate in me. Nelle visite al santissimo Sacramento andate oggi in un sentimento grande di umile confusione, e come una debitrice a Gesù Cristo di tanta gloria, di cui finora avete defraudato il suo Cuore divino. Offerite a quel Dio sacramentato, a sconto di così immenso debito, il suo stesso Cuore con tutti i tesori di grazia infinita che racchiude; e, con infinita instanza ditegli: Abbiate ancora pazienza, o mio buon Dio, che io rifarò in avvenire i danni della vostra gloria.
Virtù pratica per oggi. Notate al principio della
giornata quale sia la più ordinaria e costante ispirazione, con cui
Dio da gran tempo vi batte al cuore; e fate oggi qualche sforzo
effettivo di corrispondenza, perchè di qua vedete che deve
cominciare in voi la glorie di Gesù Cristo. GIORNO IX. MEDITAZIONE PER ONORAR LA VITA DI CONSUMAZIONE DI G. C. NEL SS. SACRAMENTO
Orazione preparatoria. Fede della presenza di Dio;
offerta della meditazione; dimanda di attenzione, lume ed affetto.
I Preludio. Mirate Gesù Cristo nel Sacramento come un
agnello sull'altare per essere sacrificato, ed il suo Cuore, da cui
escono fiamme, dalle quali egli stesso come vittima è consumato.
II Preludio. Pregatelo ,a farvi ben intendere la
preziosità del suo sacrifzio, e a darvi coraggio di imitarlo col
sacrifizio di tutta voi stessa al suo amore.
Punto I. Considerate che Gesù Cristo non si contentò di
sacrificarsi per voi in qualunque modo, ma si è sacrificato in
tutto che egli potè sacrificare per voi. Che gli restava più in
croce da poter dare nella roba, nell'onore, nella vita? Conchiudete
la divota rivista di quanto egli ha dato per voi con questa
riflessione. Dopo la morte, il solo suo Cuore restava intatto dalla
crudeltà, che aveva portato il suo furore sino alle viscere in più
luoghi scopente e ferite. Anche il suo Cuore volle aver parte nel
sacrifizio, anzi, può dirsi che fosse in quel Cuor divino che si
compisse la consonazione estrema del Sacrifizio. Anch'esso volle
dunque essere aperto e squarciato. Or tale esser, deve il
sacrifizio vostro al suo amore. Pensate quanti sacrifizi mai gli
faceste? quanti più ne avete sol cominciati? infiniti sono quelli
che gli offerite col semplice ed inefficace desiderio. Voi non siete
però niente più sua dopo tutto ciò; perché in questo affare, quanto
al fine che si deve pretendere, non fa nulla chi non fa tutto.
Considerate bene la ragione. Perché a Dio non dà nulla che vaglia
chi non dà il cuore, che è quello che egli stima più di tutte le
altre cose insieme, e non dà veramente il cuore chi non dà
veramente tutto senza riserva. Dunque la consumazione, che nel
vostro sacrifizio desidera Gesù Cristo, consiste in un abbandono
sincero ed intero di voi stessa a lui con una risoluzione
determinata di voler lasciarvi da lui guidare a modo suo. Voi in
questo stato di consumazione non dovete considerarvi più come
vostra in nulla, ma pensare che Dio dispone dei suo in ciò che vi
manda di dolce e di amaro. Rinnovate qui la considerazione della
generosità infinita, con cui Gesù Cristo si è dato e consumato tutto
per voi. Ah! che bisogna aveva egli di essere tutto tutto vostra per
esser felice? Laddove è impossibile che voi siate felice neppure in
terra senza esser tutta di Gesù Cristo. Fate un serio esame che sarà
nondimeno breve, perchè la vostra coscienza vel dirà subito quale è
stata quella cosa che principalmente è mancata tra quelle, che il
Signore vuole in voi sacrificare. Ah! d'ordinario è una cosa sola,
che rende imperfetto il nostro sacrifizio, e che il nostro amor
proprio sempre si riserva. A questa applicate i lumi e gli affetti
che il Signore vi dona. O
Cuor divinamente prodigo di voi stesso, quanto mi provoca il vostro
esempio, tanto mi aiuti la vostra grazia.
Punto II. Gesù Cristo non ha mai ritrattato in minima
parte il dono intero che vi ha fatto di sè. Anzi, ogni volta che
nella santa Messa rinnova il suo sacrifizio, vi rinnova il dono
consumatogli tutto sè. Che costanza! che perpetuità di
eccellentissimo amore! Tornate ora colla memoria sui sacrifizi, che
tante volte avete fatti a Gesù Cristo. Ohimè! della massima parte
di essi non resta più forse neppur vestigio nel vostro cuore. Vi
ricordate di quei sì accesi proponimenti di vita raccolta,
osservante, paziente? di quei sacrifizi di vostre affezioni, dei
vostri contraggenii, dei vostri riguardi e rispetti umani? di quei
sì buoni principii di studio, di diligenza, di esattezza nell'orazione
e nelle cose spirituali? Dove sono ora? Chi ve li ha rapiti? Ah!
cuore infedele ed incostante! disonore a voi stessa nell'amarezza
della vostra, confusione e del vostro dolore. Ma questa confusione e
questo dolore saranno essi inutili ancor questa volta? Mettetevi a
pensare che danno infinito sarebbe stato pel mondo, se Gesù Cristo,
come i suoi stolti ed empi nemici lo istigavano, fosse disceso
dalla croce. Se quel cuore amoroso rinchiusa avesse quella sua
amorosa ferita, che è la si preziosa fontana dì dolcezza, di
coraggio, di amore per le anime; quanto dolce oggetto e stimolo
sarebbe ora tolto alle timide e vacillanti vostre speranze! Appressatevi dunque a quella beata fonte di vita in un trasporto d'estrema, ma santa disperazione. Se voi non mi aiutate, o Cuore onnipotente del mio sposo Gesù, tante volte da me deluso, io non ho più risorsa nessuna alla mia miseria. E qui stimolate quanto potete il vostro dolore e nel tempo stesso animate ed irritate, come si fa soffiando nel fuoco, il vostro desiderio di essergli ormai stabilmente fedele; e gridate dal fondo del vostro cuore desolato, che questa volta voi la volete assolutamente questa grazia della perseverante costanza nei buoni proponimenti. Sappiate che maggior gusto non potete dare a quel Cuore divino, del vedervi così smaniosa di desiderio. Questa riflessione avvivi la vostra fiducia. Se voi sapete assai desiderare siete certissima di ottenere. Chiamate in aiuto delle vostre preghiere la Madre dolcissima di quel dolcissimo Cuore, e conchiudete la meditazione con una offerta, che abbracci e rinnovi tutte quelle che finora gli avete fatte.
Aspirazione giaculatoria. Sul riflesso che la diffidenza
è il massimo pericolo della vostra costanza, rinnovate spesso oggi
la protesta della vostra fiducia non nelle vostre forze, ma in
quelle della grazia di Gesù Cristo, dicendo: Signore, io spero
tutto dalla vostra grazia; non resterò mai in eterno confusa in ciò
che desidero. Nelle visite del santissimo Sacramento rinnovate il pensiero del tutto che ha dato Gesù Cristo per farvi santa. Ricordate con amorosa gratitudine a Gesù Cristo quanto - gli siete costata. Rinnovategli i proponimenti e le suppliche fatte nella meditazione. Offeritegli quegli sforzi pratici che prima della visita avrete fatti. Proponete di continuarli.
Virtù pratica. Siate oggi al possibile fedele e
diligente in tutte le cose spirituali.
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