S.E. Mons. LUCIO LEMMO   versione testuale

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Dopo aver frequentato da ragazzo la Scuola Professionale di indirizzo Commerciale presso l'Istituto G.Fortunato, al Vomero e aver conseguito il Diploma di Computista Commerciale, entra nel Seminario Maggiore di Napoli all'età di 19 anni.
Svolge per sei anni consecutivi il ruolo di Assistente presso i Ragazzi del Seminario Minore.
Consegue la licenza in Sacra Teologia e all'età di 27 anni viene Ordinato Presbitero nella Cattedrale di Napoli dal Cardinale Corrado Ursi, Arcivescovo di Napoli.
Inizia il suo Ministero Sacerdotale come Vice Parroco, per quattro anni, presso la Parrocchia di Nostra Signora del Sacro Cuore al Vomero.
Nel 1977 viene nominaato Parroco presso la Parrocchia di Maria Santissima Annunziata in Arzano.
Nel 1983 il Cardinale Corrado Ursi lo nomina Rettore del Seminario Filosofico Paolo VI con sede a Casoria e dal 1986 ai Ponti Rossi in Napoli.
Nel 1995, dal Cardinale Michele Giordano, viene nominato Parroco della Parrocchia di Sant'Antonio Abate in Casoria.
Nel 2005, sempre dal Cardinale Giordano, viene nominato Parroco Moderatore della Parrocchia di Santa Maria della Libera al Vomero.
Il Cardinale Sepe lo nomina Decano del V Decanato e Consultore Diocesano.

Quella di ieri è stata una giornata di festa per la Chiesa di Napoli. Una gioia legata all’ordinazione episcopale di Lucio Lemmo, che coadiuverà il car­dinale Crescenzio Sepe, insieme all’altro vescovo ausiliare Antonio Di Donna, nel «delicato e fondamentale compito di costruire la nostra diocesi come casa e scuola di comunione », come ha sottolineato l’arcivescovo durante il rito nella Cattedrale partenopea. Hanno concelebrato il nunzio apostolico in Italia, l’arcivescovo Giuseppe Bertello e Di Donna. Erano presenti il cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini; l’arcivescovo emerito di Napoli, il cardinale Michele Gior­dano ed i vescovi della Campania e delle regioni vicine.
  Lemmo, nato a Napoli il 23 maggio 1946, sacerdote dal 18 luglio 1973, parroco della Madonna della Libera al Vomero e decano del V deca­nato, ha ricevuto dal Papa la nomi­na a vescovo ausiliare dell’arcidio­cesi di Napoli lo scorso 8 gennaio. Durante l’omelia il cardinale Sepe lo ha 'apostrofato' con un affettuoso «caro don Lucio» e a lui con l’imposizione delle mani e la preghiera di consacrazione ha trasmesso «la sacra potestà vescovile» con cui «è chiamato ad edificare incessantemente la Chiesa particolare nella comunione di tutti i suoi membri e, di questi, con la Chiesa universale, vigilando affinché i diversi doni e ministeri contribuiscano alla comune edificazione dei fedeli e alla diffusione del Vangelo».
  Lemmo – ha aggiunto Sepe – ha ricevuto «anche una speciale grazia divina che ti sosterrà nel tuo spenderti per Cristo e per la Chiesa e nel tuo impegno nel costruire la storia della nostra Chiesa, accompagnando la nostra gente nel cammino di questo nostro tempo e di questo nostro territorio». «Solo l’amore – ha proseguito il porporato – è credibile quando sa sconfiggere ogni for­ma di egoismo, di personalismo e di superbia e sa, invece, aprirsi all’altro come solidarietà e come co­municazione della nostra carità». «La comunione-speranza – ha concluso Sepe – è il vero argine che dobbiamo costruire affinché il nostro popolo, ancora così aperto alla dimensione spirituale e agli autenti­ci valori del Vangelo, non sia travolto, come sta avvenendo in tante par­ti del mondo, da quella deriva dell’individualismo e dell’egoismo che produce una vorticosa caduta del senso di solidarietà, di amicizia e di fratellanza».
  Una sfida – l’ha definita Sepe – che Lemmo ha spiegato di accettare «assumendo pienamente tutte le mie dovute responsabilità. Per questa Chiesa, sempre con l’aiuto di Dio – ha ribadito il neo presule – mi sforzerò di mettermi al servizio di ogni singolo fratello sacerdote, con l’ascolto, con la comprensione, con quella carità sacerdotale che mi per­metterà di sostenere, di illuminare e di guidare, affinché ciascuno sen­ta la vicinanza di Gesù Buon Pastore, per stare sempre meglio al servizio della porzione di popolo di Dio che gli è stata affidata».