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Diocesi in festa per il XXV° anniversario di Quattro sacerdoti Come slogan di una Chiesa – quella di Napoli – che festeggia il XXV dell’anniversario dei suoi quattro sacerdoti, don Giuseppe Cozzolino, don Corrado Maglione, don Luigi Magliulo e don Giuseppe Volpe non è esagerato! Se poi a raccontarlo sono le comunità di questi preti che, non appagati delle celebrazioni proprie dell’anniversario del 26 aprile, hanno scelto la Parrocchia della B. V. di Lourdes e S. Bernadetta per protrarre gli encomi a Dio, stavolta, con la presenza di Sua Em.za il card. Crescenzio Sepe. Quindi, giovedì 29 aprile, in una Ponticelli vestita a festa, anche le comunità parrocchiali di S. Giacomo in Pollena, di S. Maria del Principio in Torre del Greco e di S. Maria a Piazza in Chiaiano si son fatte impronta di una comunione verace, dal sapore ecclesiale… «La scelta di vivere insieme e uniti questa celebrazione è segno rivelatore», menziona don Corrado commosso, nel saluto di introduzione alla celebrazione: testimonianza confermata più tardi dallo stesso Arcivescovo, caldeggiando la proposta di vivere annualmente, con questo stile, i giubilei sacerdotali. Un’emozione disegnata anche sui volti degli altri concelebranti al ricordo vivace del card. Corrado Ursi rammentato non solo come presidente di quella Liturgia di ordinazione, ma come testimone ed ispiratore, per anni, di uno stile sacerdotale. Nell’omelia del presule non si può non imbattersi in un vescovo contento - trascinato dalla gioia dei tantissimi presenti - che escogita la metafora del santuario, con tanti scaffali dove sono depositati i libri che raccontano la vita stessa, per meditare su questo venticinquesimo di servizio pastorale in cui «i quattro sacerdoti, hanno scritto, giorno per giorno, con caratteri d’oro le pagine della loro storia sacerdotale; ogni delusione e gioia sono raccolte, con peculiare affetto nelle mani di Dio, che con particolare predilezione ama questi suoi figli». Pagine di vita, dunque, dov’è raccontato quel Vangelo in grado di superare le soglie tra l’io e il tu; è tutto vero, basti sentire l’io c’ero dei tantissimi accorsi… per gratitudine.
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